Applicazioni Cloud Native: significato, caratteristiche e vantaggi

Che cosa s’intende per applicazioni Cloud Native?

Per capire che cosa s’intende per Applicazioni Cloud Native è importante analizzare il significato delle parole che compongono questa espressione, ormai entrata a far parte del vocabolario “tecnologico” mondiale. 

Partiamo dal termine Cloud, protagonista indiscusso del processo di trasformazione digitale di aziende e organizzazioni di ogni ambito e settore. In linea generale, per Cloud s’intende un ambiente virtuale e digitale progettato per l’archiviazione, l’elaborazione, la trasmissione e la condivisione di dati e informazioni, per lo sviluppo di applicazioni e per l’erogazione di servizi on demand attraverso la rete Internet. Il termine Cloud associato alle altre due parole chiave dell’espressione, native, cioè “nativo”, e applications, cioè “applicazioni”, e quindi “applicazioni native per il Cloud”, indica una specifica modalità di creazione e sviluppo di applicazioni, pensate appositamente per l’ambiente Cloud.

In sostanza, le applicazioni Cloud Native sono applicazioni software che, fin dal principio, vengono progettate, create e sviluppate per essere utilizzate all’interno di ambienti Cloud, sfruttando le potenzialità e i vantaggi di questa tecnologia, soprattutto in termini di agilità, flessibilità, scalabilità e resilienza. In sostanza, queste applicazioni non necessitano di alcuna migrazione al Cloud essendo già concepite per questo specifico ambiente. 

Di seguito vediamo le caratteristiche chiave delle Native Cloud Applications.

 Quali sono le caratteristiche delle applicazioni Cloud Native?

Gli elementi che più di ogni altri caratterizzano e definiscono le Native Cloud Applications sono:

  • l’architettura a microservizi;
  • la tecnologia dei container;

Vediamo che cosa sono e quali sono le caratteristiche di questi elementi alla base di moltissime applicazioni Cloud Native.

L’architettura a microservizi prevede la suddivisione delle applicazioni in diversi componenti base o sottoelementi indipendenti, ognuno dei quali svolge una specifica funzione o compito e ognuno dei quali può essere sviluppato, modificato, aggiornato, scalato e gestito in maniera autonoma, oltre a poter essere utilizzato per dare forma a diverse app. Un’applicazione nativa per il Cloud nasce proprio dall’associazione di più microservizi. Rispetto alla rigidità della tradizionale architettura monolitica, l’architettura a microservizi garantisce maggiore agilità, flessibilità e scalabilità, proprio perché ogni singolo componente può essere modificato in base alle esigenze dell’utente, senza condizionare gli altri elementi. Inoltre, questa architettura assicura maggiore resistenza e resilienza, perché ogni elemento funziona in maniera indipendente ed eventuali problematiche che riguardano un componente non influiscono sul funzionamento degli altri.

La tecnologia dei container è un altro elemento chiave che caratterizza le Native Cloud Applications e che è strettamente connessa all’architettura a microservizi, rendendola ancora più efficiente ed efficace. Come suggerisce il nome, il container consente di raccogliere, combinare e isolare, in un ambiente virtuale, l’applicazione e tutte le risorse indispensabili al suo funzionamento, microrservizi e dipendenze comprese, garantendo un livello di separazione dall’ambiente esterno tale da renderli una soluzione molto agile, allo stesso tempo sicura ed efficiente. Inoltre, la virtualizzazione alla base di questa tecnologia consente una maggiore portabilità e adattabilità e, dunque, una più facile gestione dell’applicazione. 

Infine, un altro concetto chiave per la creazione e lo sviluppo di applicazioni Cloud native è quello di serverless computing. Per serverless computing s’intende un approccio alla progettazione, alla creazione e allo sviluppo di Cloud Native applications che non prevede gli oneri derivanti dalla gestione del server fisico, affidato ad un provider di servizi Cloud. In altre parole, gli sviluppatori di applicazioni si possono concentrare unicamente sulla scrittura del codice del software, mentre le attività di provisioning e configurazione dell’infrastruttura IT sono affidate e demandate al fornitore di servizi Cloud. Inoltre, questa soluzione risulta decisamente conveniente perché il costo del servizio dipende unicamente dal tempo e dalle risorse richieste per la gestione del server. 

Quali sono i vantaggi delle applicazioni Cloud Native?

I vantaggi derivanti dall’implementazione di applicazioni Cloud Native sono strettamente connessi a quelli dell’ambiente per cui sono progettate, il Cloud, e a quelli degli elementi che li caratterizzano, microservizi e container, che abbiamo trattato nel paragrafo precedente.

Nello specifico, i vantaggi delle Native Cloud Applications sono:

  • maggiore facilità di gestione: il carattere indipendente dei microservizi consente una gestione mirata e facilitata della applicazioni, in quanto è possibile intervenire su ogni singolo componente senza “compromettere” o, comunque, modificare gli altri elementi base dell’app- 
  • maggiore agilità, flessibilità ed efficienza: l’architettura a microservizi e l’indipendenza e l’isolamento garantiti dai containers consentono una gestione autonoma dei vari componenti dell’applicazione. Tutto ciò si traduce in una maggiore facilità e velocità di intervento di modifica e aggiornamento su ogni singolo elemento dell’app e, quindi, in una maggiore agilità, efficienza e capacità di rispondere alle mutevoli esigenze dell’utente o dello scenario aziendale. Tutte caratteristiche indispensabili nel panorama tecnologico attuale. 
  • maggiore scalabilità: microservizi e container permettono di scalare risorse e funzionalità a seconda delle necessità del momento, mentre la loro autonomia permette di scalare anche i singoli microservizi, senza necessariamente coinvolegre l’intera “architettura”, così come il serverless computing consente di gestire, modulare e variare le risorse richieste grazie al lavoro del provider di servizi Cloud.
  • maggiore affidabilità e riduzione dei tempi di inattività: grazie ai microservizi autonomi, eventuali malfunzionamenti possono essere gestiti e risolti con maggior facilità e non interferiscono con il resto dei micorservizi che, invece, continueranno a funzionare grazie alla loro “indipendenza”. Tutto ciò si traduce in una riduzione dei tempi di inattività e nell’abbattimento dei rischi connessi ad essi.
  • maggiore convenienza: questo vantaggio è garantito soprattutto dall’approccio serverless computing perché i costi del servizio di gestione del server da parte di terzi sono dipendenti dalle risorse scalabili richieste dal cliente e non predefiniti indipendentemente dall’utilizzo. Il risparmio non è solo di carattere economico … 
  • maggiore velocità e versatilità di sviluppo: l’agilità, la velocità, la scalabilità e la modularità dell’architettura a microservizi consente di risparmiare tempo nella creazione e nello sviluppo delle app. Inoltre, questa architettura permette agli sviluppatori di combinare e associare i microservizi per realizzare nuove applicazioni con maggiore rapidità e facilità.

Lo sviluppo e l’implementazione di applicazioni Cloud native è una delle principali esigenze di quelle organizzazioni che stanno migrando verso il Cloud o che stanno adottando soluzioni Cloud per la trasformazione digitale aziendale. Le app native per il Cloud, proprio perché concepite per tale ambiente e per tutti quei vantaggi che caratterizzano questa tecnologia in termini di agilità, scalabilità e convenienza, rappresentano un fattore che garantisce alle aziende un miglioramento dei propri processi operativi e produttivi, che assicura un vantaggio competitivo e che permette la crescita del business aziendale.

FONTE: https://www.veritis.com/blog/cloud-native-applications-understanding-the-essentials/

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