Nuove tecnologie e mobilità sostenibile: la vera sfida è armonizzare i dati

Introdurre un nuovo modello di sviluppo sostenibile nei prossimi anni diventerà una necessità improrogabile per il settore della mobilità, a causa dell’esponenziale aumento della domanda, proporzionale all’aumento della popolazione.

L’urbanista Maurizio Carta, a proposito di questo, pensa che le cosiddette “città aumentate” siano la sola via percorribile. A tal proposito afferma: “La città aumentata pretende un salto di paradigma in tutti i settori e cicli di vita, ma forse è la mobilità una delle sfide più importanti, poiché è ancora ferma al modello novecentesco della macchina privata inquinante. Serve un modello urbano in cui la mobilità sostenibile sia il propulsore più efficace del cambiamento. Nuove infrastrutture per il trasporto collettivo e slow per connettere una città sempre più policentrica e reticolare che concorrano non solo a soddisfare gli attuali fabbisogni di mobilità (che nel post Covid-19 muteranno), ma siano indispensabili attivatrici di nuovi stili di vita e abilitatrici di opportunità per generare attorno ad esse nuovi spazi, socialità e diritti.

Sulla stessa linea di pensiero è il “Sustainable Mobility: Policy Making for Data Sharing”, elaborato dal Roadmap of Action (GRA), basato sul rapporto per la gestione dei dati.

La digitalizzazione: ruolo chiave

Digitalizzare il settore è un punto fondamentale per ottenere una mobilità sostenibile e più efficiente, basata su una migliore e maggiore produzione e condivisione di quei dati – i big data – che possono aiutare nella risoluzione di situazioni potenzialmente complesse.

Tra i vantaggi annessi all’ottimizzazione dei dati possiamo considerare, per logica conseguenza, anche una diminuzione degli incidenti, grazie ad un maggiore controllo della viabilità.

Dati e tecnologie andranno quindi a guidarci e a controllarci?

Pensare questo è una facile tentazione, ma la vera questione che dobbiamo porci è quella formulata anche da Stefano Epifani: “che città vogliamo? Quali modelli di sviluppo urbano pensiamo siano compatibili con il benessere sociale e con la salvaguardia dell’ambiente? In altri termini: come immaginiamo di ridisegnare le città sulla base di criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale?

Sostenibilità della mobilità: chi deve gestirla?

Chiedersi chi debba avere la gestione dei dati che le nuove tecnologie forniscono significa pensare in primis alla sostenibilità e a chi debba occuparsene.

Per questo scenario è necessario che venga promosso lo sviluppo e l’utilizzo di modelli di condivisione dei dati e di mobilità sostenibile, sicuri ed economicamente fattibili.

Un quadro politico – in questo senso – illuminato è di fondamentale importanza per lo sviluppo.

E’ infatti fondamentale che vengano create strategie che permettano a pubblici e privati di avere accesso ai dati nel rispetto della privacy e che venga perpetrato un piano efficiente per le infrastrutture, fisiche o digitali che siano.

Parlando di un settore con molte sfaccettature, è quindi necessario sincronizzare le forme di mobilità sostenibile.

Per applicare quanto abbiamo detto finora, la priorità deve essere quella di una seria formazione nel campo, che garantisca un serio sviluppo delle competenze e delle capacità.

Le competenze principali sulle quali serve investire nella formazione sono quelle relative ad aree strategiche come l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e il cloud computing.

Mobilità sostenibile: conviene a tutti ed è già realtà

Quanto appena descritto riguardo la mobilità sostenibile viene già applicato in giro per il mondo.

Ad esempio, con il progetto Finlandia – MaaS Global, nella nazione scandinava è possibile, attraverso l’app Whim, per i cittadini cercare il percorso ottimale con un pianificatore di viaggio multimodale, quindi prenotare e pagare il percorso attraverso una transazione online o un abbonamento esistente.

Tra i mezzi di trasporto presenti troviamo treni, auto a noleggio, autobus, taxi, bikeshare, e-scooter e ride hiling. I viaggi compiuti così sono già oggi più di 16 milioni.

A Los Angeles invece da quando nel 2018 sono stati introdotti gli scooter elettrici, il Los Angeles Department of Transportation (LADOT) ha ideato una open-source Mobility Data Specification (MDS), e chiunque voglia operare nella micromobilità a L.A. deve condividere i propri dati di mobilità.

Il LADOT poi utilizza i dati raccolti per calcolare e ridurre i sovraffollamenti, creando delle geo-fence e soprattutto promuovendo la sicurezza pubblica di tutti i cittadini.

Anche nelle zone portuali più grandi, come quella di Anversa, hanno cominciato ad usufruire del digitale per la gestione della mobilità. Con il progetto “Un mercato della mobilità per guidare l’innovazione negli Appalti pubblici” l’obiettivo è quello di ridurre il traffico e mantenere la regione accessibile, sicura e abitabile.

Per arrivare a questo risultato è stata sviluppata la strategia Smart Ways to Antwerp (SWtA) che mira ad ottenere un cambiamento di comportamento nel trasporto passeggeri e merci.

La città ha sincronizzato le varie soluzioni di mobilità come il bike e car sharing, veicoli elettrici, logistica intelligente e mobility-as-a-service (MaaS) riscontrando buoni risultati.

Questi sono esempi unici e virtuosi, ma è ovvio che ripensare in tal senso le nostre città passa, più in generale, anche attraverso un trasporto urbano sostenibile e digitale.

Fonte: https://www.techeconomy2030.it/2021/06/09/nuove-tecnologie-e-mobilita-sostenibile-la-vera-sfida-e-armonizzare-i-dati/

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