Migrazione al Cloud: che cos’è, perché e come realizzarla

L’adozione di piattaforme basate sul Cloud è una delle operazioni più importanti verso la trasformazione digitale. Ciò permette ad aziende e organizzazioni di ogni tipo e settore di restare al passo coi tempi e di rispondere prontamente alle esigenze e alle dinamiche del mercato, potendo usufruire di tutti i vantaggi che questi sistemi sono in grado di garantire.

In questo contesto, l’espressione migrazione al cloud si riferisce proprio al processo di implementazione e adozione della tecnologia Cloud, suggerendo uno spostamento delle risorse aziendali verso questo specifico ambiente virtuale e digitale. Di seguito, vediamo, nello specifico, che cosa s’intende per migrazione al cloud, quali sono i suoi vantaggi, quali sono le tipologie e le possibilità di migrazione e quali sono le fasi che caratterizzano questo processo.

Che cos’è la Migrazione al Cloud?

Come suggerisce l’espressione, la migrazione al cloud o “cloud migration” è il processo attraverso cui un’azienda trasferisce, muove e sposta le proprie risorse, o parte di esse, dati, informazioni, applicazioni e infrastrutture, in un ambiente Cloud

Il Cloud è una piattaforma virtuale che è in grado di archiviare, gestire ed elaborare dati, fornire ed erogare servizi, on demand, attraverso Internet, in qualsiasi luogo o momento, a chiunque ne abbia accesso. A seconda della modalità di erogazione e distribuzione dei suoi servizi e dei soggetti autorizzati ad usufruirne, il cloud può essere:

  1. pubblico, quando la piattaforma è gestita da un fornitore esterno ed è condivisa tra più soggetti/clienti; 
  2. privato, quando la piattaforma è gestita e controllata da una sola organizzazione; 
  3. ibrido, comprende quelle soluzioni che combinano Cloud pubblico e privato.

La transizione verso il Cloud e la sua adozione è un obiettivo che ogni organizzazione dovrebbe perseguire, considerati i notevoli vantaggi per il business aziendale

Quali sono i vantaggi della Migrazione al Cloud?

Ora vediamo quali sono i vantaggi derivanti dalla migrazione al cloud e dal ricorso a questa tecnologia.

I principali vantaggi derivanti dalla “cloud migration” sono:

  1. riduzione dei costi: dato il carattere digitale e virtuale della piattaforma, le aziende non sono più costrette a spendere denaro per costosi hardware e infrastrutture fisiche, oltre che per la loro gestione e manutenzione;
  2. maggiore accessibilità e disponibilità: le risorse spostate su piattaforme Cloud sono disponibili, su richiesta, ovunque e in ogni momento, necessitando solo di un dispositivo con una connessione ad Internet;
  3. maggiore adattabilità e flessibilità: le piattaforme Cloud consentono di personalizzare e adattare i servizi sulla base delle necessità e delle esigenze di un’organizzazione; 
  4. maggiore agilità ed efficienza: la disponibilità diffusa nello spazio e nel tempo dei servizi Cloud consente di accedere alla piattaforma con maggiore velocità, tempestività ed efficienza;
  5. condivisione: la possibilità di archiviare, raccogliere ed elaborare dati e informazioni in tempo reale consente una migliore collaborazione tra gli utenti che hanno accesso alla piattaforma e una maggiore condivisione delle risorse;
  6. scalabilità: le piattaforme Cloud hanno la grande capacità di adattarsi e gestire le variazioni della mole di dati o di traffico da archiviare o elaborare, senza perdere efficienza e senza interruzioni del servizio;
  7. massima sicurezza: gli ambienti Cloud sono protetti attraverso il ricorso a moderni sistemi informatici che garantiscono massima sicurezza.

Insomma, “migrare” verso il Cloud garantisce un notevole vantaggio competitivo per il business aziendale.

Quali sono le tipologie di Migrazione al Cloud?

Prima di esaminare quali sono gli step da compiere per effettuare il processo di cloud migration e come migrare al cloud, vediamo le più comuni tipologie di migrazione.

Migrazione dei data center e dei carichi di lavoro al cloud

Per migrazione dei data center e dei carichi di lavoro al cloud s’intende lo spostamento di dati da strutture e spazi fisici, posti all’interno di un’azienda (i cosiddetti data center), e dei carichi di lavoro verso piattaforme Cloud, spesso gestite da Internet service providers, esterni all’organizzazione.

Migrazione al cloud ibrido

Per migrazione al cloud ibrido s’intende lo spostamento solo di alcune risorse aziendali al Cloud, mentre altre vengono conservate nei data center aziendali. In sostanza, per svariati motivi, spesso legati alle normative del settore e alla volontà di mantenere data center privati, le organizzazioni decidono di utilizzare due differenti ambienti per la gestione delle risorse aziendali. 

Migrazione da cloud a cloud

Per migrazione da cloud a cloud s’intende lo spostamento delle risorse aziendali da un cloud ad un altro. Questo si verifica soprattutto nei casi in cui un’azienda dispone di più cloud su cui ha trasferito o distribuito dati o applicazioni differenti, a seconda delle caratteristiche e delle esigenze della risorsa aziendale e per sfruttare le diverse potenzialità e i diversi servizi delle piattaforme Cloud sul mercato. 

Attraverso appositi strumenti e applicazioni è possibile collegare i vari sistemi cloud, per gestirli in maniera centralizzata e per consentire il trasferimento di dati e risorse da una piattaforma all’altra.

Come realizzare la Migrazione al Cloud?

Indipendentemente dalla tipologia di migrazione al cloud e delle risorse aziendali da trasferire, la realizzazione della cloud migration prevede sempre una serie di fasi standard, da seguire per fare in modo che il processo avvenga con successo.

1. ANALISI e VALUTAZIONE DELL’IDONEITA’ AL CLOUD

La prima fase è quella dell’analisi e dello studio approfondito di tutte le risorse, sistemi, dispositivi, applicazioni e dati che potrebbero essere soggetti alla migrazione. L’analisi aiuta anche a definire nello specifico gli obiettivi aziendali, ovvero ciò che l’organizzazione si aspetta di migliorare attraverso la migrazione: riduzione dei costi, maggiore efficienza e agilità, scalabilità …

La valutazione dovrà riguardare sia fattori propriamente tecnici e tecnologici sia economici. Per tale motivo, è fondamentale l’approvazione di tutti gli attori che possono essere coinvolti nel processo e nei cambiamenti che la cloud migration porta con sé. Una volta definiti tutti questi aspetti è possibile stabilire se risorse, personale e business aziendale sono in possesso dei requisiti minimi/necessari per progettare e realizzare la migrazione

2. PIANIFICAZIONE e DEFINIZIONE della STRATEGIA e della TIPOLOGIA di MIGRAZIONE

Dopo la fase dell’analisi, c’è quella della pianificazione e della definizione della strategia e della tipologia di migrazione, dei modi e dei mezzi necessari per realizzarla. Stabilita la volontà e la possibilità di effettuare questo spostamento, ci si deve chiedere:

  • quali risorse migrare?
  • come spostarle? Attraverso quali strategie e metodologie?
  • – quale tipologia di cloud adottare?

Le risposte a queste domande sono strettamente connesse. Ogni aspetto deve essere valutato in funzione dell’altro: quali sono le risorse idonee ad essere spostate sul cloud? Se sono idonee, qual è la strategia migliore per spostarle? E qual è la migliore tipologia di cloud per questo tipo di risorse? In questa fase, e non solo, è importante ricorrere alla consulenza e ai servizi offerti da personale qualificato in materia.

Per strategia di migrazione intendiamo le modalità con cui le risorse aziendali vengono “spostate”. Le più diffuse sono: 

– Rehosting (chiamata anche “lift and shift”): consiste nel semplice spostamento delle risorse da un ambiente non Cloud ad un ambiente Cloud, senza particolari modifiche, come una sorta di “copia e incolla” in un nuovo contesto;

Replatforming: prevede, invece, una modifica di alcune applicazioni e risorse per renderle più adatte o idonee al nuovo ambiente Cloud;

Refactoring:lo spostamento delle risorse avviene parallelamente ad un intervento massiccio non solo sulle apllicazioni, ma anche sui codici e sull’architettura del sistema o dei carichi di lavoro da spostare.

Repurchasing: è lo spostamento più drastico perché prevede la creazione o l’adozione di una piattaforma Cloud creata ex novo.

Per tipologia di migrazione intendiamo, invece, la scelta di adottare cloud pubblici, cloud privati o soluzioni ibride

3. MIGRAZIONE e GOVERNANCE

La fase della migrazione è quella dell’effettivo trasferimento delle risorse attraverso la strategia prescelta, nelle modalità stabilite e secondo la tipologia individuata come la più adatta per il business aziendale. 

Questo processo deve essere necessariamente accompagnato dalla definizione di specifiche regole, principi e controlli affinché il passaggio avvenga con successo e secondo legge, e per fare in modo che il nuovo ambiente venga utilizzato in maniera corretta e sicura. Siamo nell’ambito della “governance della migrazione al Cloud e dell’ambiente Cloud”

4. VERIFICA e OTTIMIZZAZIONE

Una volta effettuata la migrazione al Cloud, ogni organizzazione dovrebbe verificare il successo dell’operazione e l’ottenimento dei vantaggi auspicati e degli obiettivi aziendali che hanno portato alla scelta della migrazione. 

Questa verifica, basata sul raffronto con risultati e prestazioni del vecchio ambiente, può essere utile anche per intervenire per ottimizzare a posteriori la nuova piattaforma, attraverso piccoli interventi che possono riguardare ogni aspetto, dalla gestione tecnica fino  alla governance.

5. MONITORAGGIO

L’ultima fase è quella del continuo monitoraggio dell’ambiente Cloud, necessari per tenere sotto controllo ogni aspetto della nuova piattaforma, per intervenire tempestivamente in caso di necessità e per, eventualmente, continuare ad adattarla alle nuove esigenze aziendali che possono subentrare nel tempo. 

Insomma, la migrazione al cloud è una delle sfide che le organizzazioni devono affrontare sulla strada verso la trasformazione digitale. Realizzarla attraverso specifiche strategie e modalità, ponendo la massima cura in ogni fase del processo, garantisce enormi vantaggi per il business aziendale. 

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